Si parla sempre più spesso di quanto e di come la Robotic Process Automation (RPA) impatterà sul futuro delle aziende.
Ci si interroga (a volte con ansia) su quanti lavori manuali oggi eseguiti da operatori umani siano destinati all'estinzione e su quali nuove professionalità nasceranno grazie all’avvento dell’industria automatizzata (si veda esempio la figura del Chief Robotic Officer). La risposta comune a tali quesiti è il concetto di “skills up - level”. Se l’apporto della tecnologia consisterà prevalentemente nell’automazione mediante l’utilizzo delle macchine, saranno i processi a valore aggiunto ad emergere all’interno delle aziende. Sotto il profilo della sicurezza sul lavoro, tale prospettiva apre l’orizzonte a scenari differenti e difficilmente preventivatili. Da una parte, gli operatori che svolgeranno ancora attività manuali “classiche”, troveranno nell’utilizzo della tecnologia validi strumenti di contenimento dei rischi (riduzione mmc ad esempio tramite l'uso di esoscheletri, miglioramento dell’ergonomia, etc). Allo stesso modo le lavorazioni ad alta specializzazione o che richiedano particolare complessità della mano d’opera saranno valorizzate anche grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie. In questo senso l’apporto delle "safety oriented technologies" dovrà essere finalizzato proprio a preservare le qualità ed il contributo personale del singolo operatore all’attività, minimizzando i rischi e le distrazioni connesse alle lavorazioni a ridotto valore aggiunto. Il risultato attendibile sarà dunque il potenziamento esponenziale dell’apporto intellettuale del lavoratore, la riduzione dell’errore e la necessità di rivalutare il concetto di "rischio". I nuovi documenti di valutazione dei rischi individueranno ed analizzeranno nuove tipologie di pericoli, quali quello dello stress lavoro-correlato (inevitabilmente destinato ad un incremento nei prossimi anni), ma anche quelli emergenti dall’utilizzo, ad esempio, di dispositivi IoT, indossabili, della realtà aumentata o della assistenza a distanza, valorizzeranno l’importanza di una formazione di alto livello, a discapito di quella generica, e dovranno ricercare nuove fonti di rischio connesse alla sempre maggiore interferenza tra uomo e macchine. Anche la giurisprudenza in tema di infortuni sul lavoro dovrà prendere atto dei cambiamenti, spostando il proprio focus dalla mera conformità tecnologica delle attrezzature al contributo umano al processo generativo dell’evento. In questo senso, il percorso evolutivo pare già avviato dai filoni interpretativi che, superando il sistema “iperprotettivo” nei confronti dei lavoratori, sono approdati a quello “collaborativo” fondato proprio sulla valutazione del comportamento umano e del suo rapporto con la tecnologia.
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Francesco Piccaglia De Eccherfrancescopiccaglia@avvpiccaglia.it Giurisprudenza
Gennaio 2019
Sicurezza & Ambiente |